Il
movimento Chabad, il cui fondatore fu Rabbi Shneur Zalman di Liadi,
vide il giorno circa due secoli fa in Bielorussia. Si sviluppò
prevalentemente nella città di Lubavitch. La radice del suo
nome, luba, significa amore. Questo significato trova pieno riscontro
nella filosofia Chabad stessa. Ahava't Israel - amore per il prossimo,
uno dei fondamenti dell’ebraismo, è il pilastro centrale
dell’ideologia e dell'approccio alla vita di questo movimento.
Rabbi
Menachem Mendel
Schneerson
Il
settimo leader del movimento è Rabbi Menachem Mendel Shneerson.
Nacque a Yekatrinislav, in Russia, l’undicesimo giorno del
mese di Nissan 5662 (1902) da Rabbi Levi Yitzchak e dalla Rabanit
Channa. Fin dalla prima infanzia si distinse dagli altri bambini
per la sua volontà di studiare e per le sue rarissime facoltà
intellettuali. La sua sapienza raggiunse livelli talmente alti che
un giorno il suo erudito maestro andò dal padre e gli confidò
che non era più in grado di istruire il ragazzo in quanto,
benchè ancora giovanissimo, lo aveva di gran lunga superato
in saggezza e in erudizione.
Nell’anno
5689 rabbi Menachem Mendel si unì in matrimonio con Chaya
Mushka Shneerson, figlia del sesto Rebbe di Lubavitch, rabbi Yossef
Yitzchak. A causa della precarietà della situazione politica
internazionale, ma soprattutto di quella degli ebrei durante gli
anni appena precedenti la Seconda guerra mondiale, il futuro Rebbe
si trasferì a Parigi e si iscrisse alla Sorbonne, ove ottenne
una laurea a pieni voti in ingegneria navale.
Da
Marsiglia si imbarcò per gli Stati Uniti e nel mese di Sivan
dell’anno 5701 sbarcò a New York. A partire da quel
momento occupò il posto di segretario del Rebbe, prendendo
sulle proprie spalle il peso di molteplici responsabilità
soprattutto nel settore dell’educazione. A questa, fin dal
giorno in cui prese il posto del suo defunto suocero (10 Shvat 5711),
Rebbe Menachem Mendel attribuì grandissima importanza e si
fece promotore della fondazione, nel mondo intero, di molteplici
scuole ebraiche. Per lui la neshamà di ogni ebreo, anche
di quello più ignorante o del più grande peccatore,
ha un valore inestimabile. Non esistono casi persi, tutti possono
fare teshuvà (ritorno a D-o, pentimento), tutti hanno le
stesse forze e lo stesso potere di studiare la Torà e di
osservare le mitzvo't (precetti). È grazie a questa attitudine
tollerante e comprensiva che il Rebbe è riuscito a illuminare
un ebraismo reduce dalle più gravi atrocità, immerso
nel buio più profondo della disperazione e dello smarrimento.
Grazie alla sua tenacia, al suo costante lavoro, al suo profondo
e sincero amore per ogni ebreo, il Rebbe è riuscito a ricondurre
tante anime sulla retta via e a dare luce alle loro vite.
Il
più grande desiderio del Rebbe è sempre stato di avvicinare
al più presto la venuta di Mashi'ach (il Messia), perchè
questa abbia luogo nei nostri giorni, nella nostra generazione.
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