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Tratto da Shabbat Shalom
n.124 - Gennaio 2003
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Yo - No – Yogurt
Da molto tempo cerco di attirare l’attenzione
sul pericolo costituito da quelle aziende che inseriscono grassi
animali tra gli ingredienti dei loro prodotti, senza segnalarne
in alcun modo la presenza. Il regolamento CEE, infatti, non obbliga
le aziende a inserire, tra gli ingredienti riportati sull’etichetta,
tali sostanze a meno che non superino la soglia del 3%. Per noi
ebrei, però, secondo le leggi della kasherùt,
il 3% e già molto più del famoso un sessantesimo permesso
dalla halachà, e questo rende tutto il prodotto
“tarèf” (cioè non kashèr,
quindi vietato).
Il 20 dicembre i quotidiani hanno pubblicato un articolo riguardo
a questo problema, riscontrato nel settore dello yogurt ma che in
realtà può essere esteso a qualsiasi altro settore
alimentare. Anche se dall’agenzia ANSA risulta che il problema
sia causato dalla gelatina suina, in realtà per un ebreo
anche quella bovina costituisce un problema, perché l’animale
non viene shachtato (macellato) secondo la halachà.
Riportiamo, nel box sotto, il comunicato stampa, sperando che la
sua diffusione serva a mettere in evidenza certe “scorrettezze
alimentari” dalle quali non è facile difendersi. Ci
auguriamo per il futuro una maggiore chiarezza ma, per evitare sorprese,
cerchiamo di acquistare sempre prodotti con il certificato kashèr.
Rav Shlomo Bekhor
Francia: ebrei
e musulmani contro yogurt per gelatina suino
(ANSA) - PARIGI, 19 DIC - Musulmani ed ebrei di Francia si ritrovano
dalla stessa parte della barricata in una guerra allo yogurt:
hanno appena scoperto con orrore che due colossi del settore
agro-alimentare, Danone e Nestlè, mettono spesso nel
latte coagulato un ingrediente tabù per i seguaci di
Corano e Torà e cioè la gelatina di porco.
Musulmani ed ebrei trovano scorretto che per molti yogurt non
sia precisata in modo esplicito l’origine di questa gelatina.
«Siamo molto incolleriti – ha detto alla rivista
“Vsd” Dalil Boubaker, rettore della Grande Moschea
– dopo aver saputo che numerosi latticini e sciroppi di
grande consumo dentro la nostra comunità contengono del
suino. Mangiare suino è un divieto coranico. Chi ne mangia
è in stato di impurità davanti a D-o».
Per il momento ad ogni modo niente boicottaggi. «Utilizzeremo
i nostri religiosi e la nostra rete di moschee – ha spiegato
Boubaker – per mettere in allerta la nostra comunità
sui prodotti da evitare. Poi chiederemo ai fabbricanti di precisare
sulle confezioni da dove viene la gelatina e che si mettano
ad utilizzare quelle derivate dal pesce o dalle alghe».
La scoperta della gelatina di porco in yogurt molto famosi è
stata fatta – racconta “Vsd” nel numero da
oggi in edicola – da Pierre Levy, capo del “Comitato
francese dell’alimentazione etica” che raggruppa
rappresentanti della comunità ebraica, di quella musulmana
e delle associazioni vegetariane. Benché gli strali di
musulmani ed ebraici siano adesso diretti soprattutto allo yogurt,
sembra che la gelatina di porco sia presente in molti alimenti:
dai piatti surgelati (dietetici e non) alle caramelle, dal cioccolato
ai biscotti. Anche l’industria farmaceutica ne fa un largo
uso e lo stesso avviene in campo cosmetico. Fino a qualche anno
fa si privilegiava la gelatina di origine bovina, ma si è
passati al suino dopo la dirompente epidemia della mucca pazza.
I produttori francesi di gelatina hanno reagito alle accuse
in arrivo da parte di Boubaker e Levy sottolineando che ebrei
e musulmani possono pur sempre evitare ingredienti tabù
se optano per “prodotti alimentari certificati dalle rispettive
autorità religiose”. Da parte sua la Danone ha
assicurato a “Vsd” che nei paesi musulmani utilizza
“quando è possibile” soltanto gelatina di
mucca. (ANSA) |
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