|
 |
Tratto da Shabbat Shalom
n.128 - Luglio/Agosto 2003
|
Beviamo qualcosa?
«Andiamo a bere qualcosa!». Quante volte
abbiamo ripetuto questa frase sapendo che, pur essendo fuori casa
e quindi non potendo mangiare ciò che ci viene offerto nei
bar e nei ristoranti, possiamo almeno prendere qualcosa da bere…
Ma è davvero possibile che tutte le bevande vadano bene e
che occorra controllare soltanto il cibo vero e proprio? In effetti,
sappiamo che le bevande alcoliche necessitano di una hashgachà,
ma non vanno forse bene tutte le bibite analcoliche che consumiamo
abitualmente?
A ben vedere, si arriva alla conclusione che, così come i
produttori di cibo possono includere ingredienti non kashèr,
anche chi produce bevande può fare altrettanto: a darne prova
è una comunicazione emessa dal rabbinato francese secondo
la quale i seguenti prodotti della Coca Cola, di recente introduzione,
non sono kashèr:
- Fanta Limone e Aquarius
Limone
perché contengono E445, non kashèr
- Coca Cola Light Lemon
perché contiene acido tartarico, prodotto dalla lavorazione
del vino
Allora dammi un po’
d’acqua
Almeno possiamo bere senza problemi acqua pura e semplice, verrebbe
da dire. Tuttavia, possono insorgere problemi anche con i nuovi
tipi di acqua aromatizzata, nonché a Péssach
con l’acqua frizzante. Scrive rav Dan Yoel Levi, capo dell’organizzazione
O-K in America:
«Per quanto riguarda il presente, ho incontrato rabbi Peretz
Partouche, il rabbino che guida la prospera comunità ebraica
di Montpellier. Tra i molti ruoli che ricopre, è anche mashghìach
nella fabbrica della Perrier che si trova nel paese di Vergezze
ed è famosa in tutto il mondo.
È naturale che, parlando di supervisione kashèr
per la Perrier, la reazione sia di alzare scetticamente le sopracciglia.
Perché dovrebbe essere necessario assumere qualcuno che controlli
che l’acqua sia kashèr?
La risposta sorprendente è che esistono buoni motivi per
avere un mashghìach alla Perrier. Innanzitutto,
l’acqua Perrier è frizzante, cioè addizionata
di anidride carbonica. L’anidride carbonica può provenire
da diverse fonti, di cui solo alcune sono naturali: una di esse
è il gas emesso durante la produzione della birra e, in questo
caso, il prodotto che ne deriva non può essere usato a Péssach.
Visto che la maggior parte delle compagnie produttrici di acqua
richiedono il certificato di kasherùt per Péssach,
è necessario controllare l’origine dell’anidride
carbonica utilizzata nella produzione.
Nella produzione della Perrier viene utilizzato il gas naturale
presente a Montpellier, che viene estratto nello stesso sottosuolo
dell’acqua; anche la sabbia che si usa per la fabbricazione
delle bottiglie è di origine locale.
Il sistema di produzione della Perrier è affascinante. Tutto
il processo, dalla trasformazione della sabbia in bottiglie di vetro
fino al prodotto finito, avviene in un’unica, enorme stanza.
C’è da considerare anche un altro fattore
importante, ovvero la produzione delle acque aromatizzate. Alcuni
di questi aromi vengono prodotti nella stessa struttura della Perrier,
altri vengono prodotti in luoghi differenti. Inoltre gli aromi naturali
possono contenere prodotti di origine animale: per controllarli,
ci rimettiamo all’esperienza di rabbi Partouche».
Quindi, andiamo a bere qualcosa, ma non qualunque
cosa!
(da Shabbat Shalom n.128 - Luglio/Agosto 2003)
|